Il 2020 è stato un anno particolare da tutti i punti di vista, caratterizzato da una crisi di profondità e natura assolutamente eccezionali. Il PIL piemontese diminuirà quest’anno di oltre il 10%: una caduta leggermente superiore a quella stimata a livello nazionale. In forte flessione investimenti e consumi delle famiglie, in crisi l’export data la portata globale della recessione. La prevista ripresa 2021, pur robusta, sarà comunque insufficiente a ritornare sui livelli pre-crisi: ci vorranno ancora almeno due anni.
L’indagine congiunturale trimestrale, realizzata a dicembre da Confindustria Piemonte e dall’Unione Industriale di Torino conferma il clima di grande incertezza e cautela in cui operano le nostre imprese. Nel complesso gli indicatori non si discostano in misura apprezzabile da quelli di settembre; a fronte di saldi ottimisti-pessimisti praticamente immutati, oltre la metà delle imprese non segnala variazioni rispetto al trimestre in corso. D’altra parte, si registra un sensibile scostamento tra manifattura e servizi: nel primo caso gli indicatori sono allineati o lievemente più favorevoli rispetto a settembre; nei servizi, invece, il clima di fiducia peggiora in modo piuttosto marcato, soprattutto a Torino.
Le oltre 1.200 imprese del campione si attendono, per i prossimi mesi, condizioni di mercato ancora problematiche e incerte. Nel complesso gli indicatori aggregati non si discostano da quelli rilevati a settembre: produzione e ordini restano in calo, mentre qualche miglioramento è riferibile a CIG (in lieve calo) e investimenti (in aumento di 4 punti percentuali).